I PORTI IERI, OGGI E DOMANI:
FINESTRE SUL MONDO, PONTI TRA TERRA E MARE, VOLANI PER UN NUOVO SVILUPPO SOSTENIBILE
Viviamo nel cuore del Mediterraneo.
L’Europa tutta, così come ciascuno dei continenti, è circondata dagli oceani.
I porti sono gli anelli di congiunzione tra culture, tradizioni, società, economie diverse che si confrontano e crescono in uno scambio continuo e proficuo di esperienze che crea ricchezza e progresso, sotto tutti i punti di vista.
Ciascuno dei porti è un ponte tra la terra e il mare ed, allo stesso tempo, una finestra aperta sul mondo.
I porti sono un possibile volano per un nuovo sviluppo sostenibile nell’epoca della vera globalizzazione.
Nel XXI secolo nuove problematiche si pongono per modernizzare realtà ormai millenarie che, da sempre, caratterizzano le nostre straordinarie civiltà. Oggi la peculiarità delle città portuali richiede un’attenzione specifica, “ad hoc”. Occorre, infatti, in primo luogo:
1. implementare una governance innovativa per favorire lo sviluppo urbanistico di città portuali sostenibili;
2. ricercare soluzioni efficaci e sostenibili di nuova mobilità per collegare le città ai propri porti;
3. favorire ogni forma di transizione energetica e di economia circolare nei territori portuali delle città (come ovunque…);
4. preparare i porti delle città alle conseguenze dei cambiamenti climatici, essendo queste le realtà territoriali più esposte ai rischi connessi con l’innalzamento degli oceani (ad oggi, purtroppo, inevitabile).
Occorre, ovviamente, questo, ma anche tanto altro.
In Italia, una recente riforma, attuata prima con il decreto legislativo n. 169 del 4 agosto 2016 e, poi, integrata con il decreto legislativo correttivo n. 232 del 13 dicembre 2017, ha avviato la riorganizzazione delle Autorità Portuali, semplificando in tema di pianificazione portuale e dando nuovo impulso alla necessità di rigenerare i territori coniugando le esigenze delle città con quelle dei loro porti: in Europa e nel mondo, da tempo, si lavora intensamente nella stessa direzione.
Non è un caso che esistano realtà molto interessanti ormai consolidate, come URBACT (un programma di cooperazione territoriale europea con lo scopo di promuovere lo sviluppo urbano integrato sostenibile nelle città di tutta Europa) e come AIVP (una rete mondiale di operatori interessati a costruire città portuali sostenibili dando attuazione all’Agenda 2030): PPPLAB segue con molta attenzione l’una e l’altra realtà, così come URBANPROMO, una vetrina tutta italiana dei migliori progetti urbanistici per il Paese.
Quindi parliamo di Italia, di Europa, di mondo intero: ma la città portuale su cui PPPLAB (in virtù anche del suo radicamento) non spegnerà mai il suo faro di attenzione appena acceso è TARANTO, luogo-simbolo dell’insipienza umana, politica ed economica, valido nel mondo intero come esempio negativo da non riprodurre. A Taranto e per Taranto, necessariamente, devono essere messe in campo energie nuove per trovare soluzioni utili a far risorgere un territorio ed una comunità che ha enormi potenzialità e non merita di vivere il dramma quotidiano cui è costretto da troppi anni, a causa di una gestione disastrosa dell’impianto siderurgico ex-Ilva, la seconda realtà economica europea nel settore, determinante per la tenuta sistemica dell’intera nazione italiana.
PPPLAB, per rispondere a tutte queste sollecitazioni, si è prontamente attivato creando, con il progetto NUOVE CITTA’ PORTUALI SOSTENIBILI, un qualificato pool interdisciplinare di esperti in grado di accompagnare e supportare, con una consulenza specialistica mirata, tutti i soggetti pubblici e privati, protagonisti in queste complesse operazioni di trasformazione delle realtà urbanistiche, economiche e sociali che ruotano intorno a tutte le città portuali che vogliano concretamente favorire la conversione verso un modello di sviluppo coniugato con la piena sostenibilità.